Il cancro è una delle più grandi minacce per la salute in tutto il mondo: è la seconda causa di morte a livello globale e in Italia nel 2023 sono attesi 82.497 decessi.
La chemioterapia è una terapia medica che utilizza farmaci per uccidere le cellule tumorali. I farmaci chemioterapici sono progettati per colpire le cellule che si dividono rapidamente, come le cellule tumorali. La frequenza e la durata del trattamento chemioterapico variano a seconda del tipo di tumore e dello stadio della malattia. Il trattamento può essere somministrato in cicli, con un periodo di riposo tra i cicli.
La chemioterapia è il trattamento più comune per il cancro e tra gli effetti collaterali clinicamente rilevanti che vengono spesso segnalati ci sono i sintomi della neuropatia periferica indotta da chemioterapia (CIPN). Si tratta di degenerazione assonale che si manifesta attraverso il dolore.
I sintomi della neuropatia periferica indotta da chemioterapia si verificano infatti fino all’89,7% dei pazienti durante la chemioterapia. La CIPN comporta deficit sensoriali e motori che portano a feedback propriocettivi inappropriati, controllo posturale alterato, aumento della disabilità, rischio di caduta più elevato e compromissione della qualità della vita.
I problemi di funzionalità motoria portano a più giorni trascorsi in ospedale e ritardi nelle cure, oltre ad aumentare i costi sanitari.
Nel 2021 Lin et al hanno condotto una revisione sistematica e una meta-analisi degli studi disponibili per determinare se l’esercizio possa influire sui sintomi della neuropatia periferica indotta da chemioterapia (CIPN) nei pazienti oncologici: i risultati hanno indicato che gli effetti dell’esercizio potrebbero migliorare i sintomi della CIPN nei malati di cancro.
Tuttavia, ulteriori indagini sui diversi protocolli di esercizio e sull’intensità dell’intervento utilizzando campioni di dimensioni più ampie e misure di risultato più specifiche informeranno ulteriormente le migliori pratiche per i pazienti affetti da cancro.
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